Pronto, chi rompe?

Mi chiedo come sia possibile che ancora esistano i call center. Pronti a proporre risparmi incredibili, investimenti imperdibili ed essenziali depuratori dell’acqua, dell’aria e del minestrone, che assolutamente non puoi farti scappare. Non solo esistono, ma dal numero delle telefonate che ricevo quotidianamente, sembra che stiano prosperando in grassa salute.

Devo ringraziare quindi, il bravo giornalista Michele Brambilla, che qualche giorno fa sull’Huffington Post ha scritto un articolo che risponde a questa domanda. Una risposta che lascia davvero un gusto amaro in bocca.

(https://www.huffingtonpost.it/life/2023/07/23/news/perche_prosperano_gli_stalker_dei_call_center_di_mbrambilla-12953080/)

Nel pezzo, un titolare di una società che vende energia, racconta che la metà dei contratti stipulati, sono proprio dovuti al Tele-selling. Continua dicendo “Non ce ne accorgiamo, ma c’è in giro, accanto a noi e intorno a noi, un’immensa, sconfinata solitudine. In un mondo in cui pensiamo di essere sempre connessi con qualcuno, ci sono milioni di persone, anziane soprattutto, che non sono mai connesse con nessuno. Che non hanno nessuno con cui parlare. E così, la telefonata con un call center diventa l’occasione per scambiare due parole, per sentirsi meno soli.”

Spiega ancora che la chiamata telefonica si divide in due fasi, la prima è puro intrattenimento, preliminare di un corteggiamento, in cui il cliente è imbonito con una serie di panzane “Lo sa che la società con cui ha attualmente il contratto sta per fallire? Lo sa che lei rischia di trovarsi improvvisamente al buio?” E così via.

Quando il cliente è cotto a puntino e accetta di fare il contratto, comincia la seconda fase: la telefonata viene registrata, il povero malcapitato si trova a rispondere con una serie di “sì” ad una trafila molto lunga. Ormai in uno stato pressoché confusionale si procede alla conclusione del contratto e della telefonata.

Secondo l’autore dell’articolo questo metodo di vendita così respingente ed invasivo funziona perché intercetta un bisogno. Un bisogno vasto, immenso, cosi forte e potente che supera quello di non essere disturbati ed infastiditi, il bisogno di essere visti e guardati in “una prateria di solitudine che forse sarebbe meglio chiamare isolamento e disperazione.”

Ho collaborato con parecchie società di vendita di energia elettrica e so che molte hanno deciso di non utilizzare più il tele-selling e il porta a porta per etica. Mi lascia comunque una profonda sensazione di sconfitta sentire il racconto di questo personaggio e vedere come questa solitudine sia intercettata e sfruttata per fare dolo.

Come potrebbe la nostra società arginare questo fenomeno ed evitare di lasciare agli angoli le persone più sole?

Anzi, visto che credo fortemente nelle piccole buone pratiche individuali cosa possiamo fare noi di https://www.piccolipassidicounseling.it per fare una piccola differenza?

Se vi vengono in mente proposte o progetti da portare avanti insieme condivideteli nei commenti.

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