QUANDO TI SENTI SOMMERSO/A

Sì, certo! Sì, ci penso io! Sì, l’ho segnato in agenda! Sì, ci sono!.

Tra le prime parole che riusciamo a sillabare nella nostra vita c’è anche questa: “Sì”.

E’ una risposta ad una domanda che in qualche maniera ci permette di ottenere qualcosa.

Quando siamo bambini e bambine alterniamo molto spesso i nostri “sì” anche con parecchi “no”.

Poi via via, ci accorgiamo che le persone intorno sono molto più inclini ad approvare le nostre azioni se approviamo le loro richieste piuttosto di quando le rifiutiamo.

Un po’, come dire, che se ti dico “sì” io ti piacerò incondizionatamente mentre se rispondo “no” in qualche modo posso farti arrabbiare, oppure ti posso deludere.

E più cresciamo, più ci abituiamo a rispondere affermativamente alle richieste degli altri anche se, in quel momento, siamo impegnati o impegnate a fare altro, oppure carichiamo la nostra agenda di impegni, a volte anche sovrapponendoli.

Diventa un modus operandi. Si va quasi in automatico.

Poi succede che, ad un certo punto, ti senti sommersa o sommerso. Quasi come se ti mancasse l’aria. Quasi come se le 24 ore della giornata non fossero più sufficienti.

Stanchezza, stress, insonnia, preoccupazioni continue.

Quando è stata l’ultima volta che sei uscito o uscita in passeggiata? Quasi non lo ricordi più.

Burnout è un termine che deriva dall’inglese “to burnout” che significa letteralmente bruciarsi, esaurirsi.

Viene definita come “sindrome da lavoro-correlato” che porta a stati fisiologici negativi: apatia, irritabilità, disturbi del sonno e altri ancora.

Non è riservato solo alle persone che lavorano in azienda, è riconoscibile anche ai liberi professionisti, alle mamme e ai papà in veste quindi di genitori, in sostanza: ognuno di noi rischia il burnout ogni qualvolta non ascolta i propri bisogni elementari. Quali? Ad esempio la necessità di fermarsi.

La necessità di trovare uno spazio durante l’arco della giornata in cui dedicarsi ad un’attività che piace che non è solo “corro in palestra perchè DEVO mantenermi in forma” ma è anche esco da casa per il piacere di camminare e di guardarmi intorno, è fermarsi a parlare con il vicino o la vicina di casa, è sostare per un po’ all’ombra di un bell’albero, o qualsiasi altra cosa che vi possa venire in mente.

Imparare a dire qualche NO è vitale per il nostro benessere.

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