Ognuno di noi, se si concede di andare indietro nella memoria, ha un proprio giardino del cuore.
Sono luoghi dove i nostri ricordi navigano. Sentimenti, emozioni, profumi, affiorano accompagnandoci con nostalgia, gioia, malinconia, senso di libertà.
Il giardino è una potente metafora della nostra vita. Molto è stato scritto e molto è stato raccontato.
Essere giardinieri e coltivare il nostro pezzo di terra richiede attenzione, cura, preparazione agli imprevisti, accogliere lo svolgersi delle stagioni.
Il giardino circonda la nostra casa, che può essere vista come la nostra interiorità, in qualche modo ci restituisce fiori, frutti che abbiamo coltivato con passione, con amore. Se trascurato, può essere invaso da erbe indesiderate e trasformarsi in selva. Sta a noi prenderci cura di ciò che vi è custodito.
A volte ci capita di volere a tutti i costi un fiore oppure un albero che, nonostante tutte le cure, non attecchisce, non fiorisce. Occorre rispettare i cicli della natura, avere una particolare attenzione. Noi esseri umani siamo abituati al controllo. Vogliamo tagliare, zappare, potare, concimare ma per quanto affanno possiamo darci, non possiamo prescindere dal rapporto con la natura stessa.
Il nostro giardino ha bisogno del sole, della pioggia, degli insetti, non solo della nostra cura.
Recintiamo il nostro giardino. Questo ci permette di proteggerlo da sguardi indiscreti, dall’invasione di persone indesiderate, allo stesso tempo facciamo in modo che non ci isoli troppo. Anche noi abbiamo bisogno di uscire dal nostro giardino per vedere altro. Altro da noi, altri luoghi.
Queste le riflessioni che vi propongo:
Qual è il tuo giardino del cuore?
Come ti prendi cura del tuo giardino interiore?
G.L.